La Chiesa della Madonna dell’Idris è uno dei più importanti
esempi di Chiesa rupestre che sono l’espressione tipica e quasi esclusiva dell’architettura
religiosa della città di Matera.
Le Chiese rupestri del territorio di Matera sono edifici religiosi
risalenti principalmente all'Alto
Medioevo scavati interamente nella roccia. Sono un'importante testimonianza
della presenza di comunità di monaci benedettini, longobardi e bizantini anche
se molte, nel corso del tempo, hanno subito diverse trasformazioni d'uso,
diventando abitazioni o ricoveri per animali.
La caratteristica principale di queste Chiese è quella di
essere costituite dai consueti elementi delle tradizionali Chiese di epoca alto
medievale (le navate, le cappelle, l’abside ….) ma realizzati in negativo cioè
interamente scavati nella roccia. Le Chiese rupestri, inoltre, contengono
spesso affreschi ed elementi scultorei, che, oltre alla funzione decorativa,
inducevano alla contemplazione e alla preghiera.
La Chiesa rupestre di Santa Maria di Idris fu costruita tra
il XIV ed il XV secolo sul Monterrone, un caratteristico sperone roccioso di origine calcarea che domina il Sasso Caveoso. Essa
presenta una pianta irregolare,
composta da una parte scavata nella roccia ed un’altra costruita. La facciata,
realizzata in tufo nel XV secolo, fu rifatta a seguito di un crollo avvenuto
nel Quattrocento. Accanto alla facciata è presente un piccolo campanile a vela.
L’interno della Chiesa è completamente diverso rispetto alla
struttura originaria per via dei continui restauri che si sono susseguiti nei
secoli che hanno preservato le numerose opere come affreschi, dipinti, sculture
e altari di rilevante valore storico e artistico.
La Chiesa è collegata, tramite un cunicolo posto a sinistra
dell’altare, alla cripta rupestre di San Giovanni in Monterrone dove sono
presenti altri pregevoli affreschi risalenti al periodo bizantino.
La croce collocata in cima allo sperone roccioso, alta
quattro metri e completamente in ferro è
stata realizzata dal maestro Cosimo Losito nel 1937 come segno di devozione ed
in ricordo delle Missioni Paoline del 1937.
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